Per non pochi nostri contemporanei - europei dimentichi delle loro radici cristiane - un rapporto con Dio che implichi vedere, toccare, gustare, è troppo poco “puro”. È... troppo umano.
Di fronte a questa ritrosia la tradizione cattolica si prostra quotidianamente in adorazione davanti ai tabernacoli delle nostre chiese, davanti al Santissimo Sacramento: quanto di più “materiale” si possa immaginare! La fede eucaristica diventa così, la forma normale per rispettare la modalità concreta con cui la Trinità ha voluto venire al nostro incontro e ha voluto venire al nostro incontro e ha voluto coinvolgerci nella Sua Vita.
Si comprende allora che generazioni e generazioni di cristiani abbiano espresso questa “via materiale” dell'incontro con Dio attraverso la pittura. Essi, con la potenza creativa del genio, hanno dato forma all'esperienza che fu di San Francesco: “contemplava nelle cose belle il Bellissimo”» (Angelo Scola).
Chi sosterà fra queste pagine non troverà dunque una rigorosa indagine critica delle opere elencate, bensì una commossa meditazione sul Mistero di «colui che si è degnato di abitare nella materia» (san Giovanni Damasceno) e una profonda passione per l'uomo, nella cui “materia”, appunto, Dio stesso si è degnato di abitare.
L'itinerario si snoda seguendo il calendario liturgico della Chiesa e può essere perciò di aiuto a quanti sono convinti che la contemplazione della bellezza aiuta a penetrare il mistero e la conoscenza aiuta la conversione della vita.